L’abito bianco è il sogno di tutte le spose! È bene però chiedersi se è la sposa a scegliere l’abito per sé, o se è piuttosto il concetto di matrimonio a disegnare abiti da sposa per l’occasione. No, non ho preso in prestito questa domanda da Gigi Marzullo. Se mi seguite vi spiegherò il concept che è dietro la filosofia di unIKa, un giovane brand di abiti nuziali il cui obiettivo è “rendere la sposa unica nel suo genere e nel suo stile, con un abito creato per lei e su di lei“.
Il tuo abito, il tuo valore
È la prima volta che mi interesso del macro argomento “abiti da sposa”. Quando incontro Isabella Ferone e Klarida Gjoni di unIKa sono tutta orecchie. “Si parte prima di tutto dalla donna, dal suo stile, e dalla sua personalità“, mettono in chiaro. Isa e Klara (ora che già le conoscete un po’ possiamo passare ai diminutivi) mi spiegano che unIKa non ha un suo portfolio di modelli da proporre né tanto meno una collezione. “unIKa non ha un suo stile, ma è lo stile della sposa ad adattarsi ad un abito unIKa”. E ancora: “Il tuo abito è il tuo valore“, dichiarano a mo di statement. Il progetto appare subito chiaro.
Prima c’è la fiducia da conquistare
Si sono incontrate grazie alla moda Isa e Klara, dopo aver studiato l’una al Polimoda Fashion Institute di Firenze, e l’altra alla Scuola di moda Ida Ferri di Roma. Caso, intuizione e soprattutto amicizia le hanno portate a rilevare l’esistenza di un “gap” nel mondo abiti da sposa. Nel maggio 2019 nasce il progetto “unIKa”.
La prima parte del lavoro è di ricerca e di comprensione della cliente. Una fase di ascolto attivo per interpretarne la personalità e i desideri. L’obiettivo è che la sposa rimanga se stessa il giorno del suo matrimonio. Il primo passo è la conquista della fiducia, il terreno più fertile su cui preparare il lavoro successivo.
Silk first
Resto colpita quando Isa e Klara mi dicono che per i loro abiti prediligono la seta. “Abbiamo fatto una scelta precisa. La seta è un tessuto naturale molto pregiato che può assumere varie consistenze, da quella più morbida a quella più modellata e strutturata, quasi scultorea. Ove possibile tendiamo a darle la precedenza”. Ok, mi hanno convinto. La scelta del tessuto non è accessoria, bensì fondamentale. La costruzione insieme alla sposa del tipo di trama e dei suoi eventuali motivi rende l’abito “il proprio abito”, tenendo nella doverosa considerazione la possibilità di usarlo anche dopo le nozze, abbattendo gli sprechi.
Non è solo un abito su misura
La sartorialità e l’artigianato sono elementi congeniti nel progetto Unika Sposa, ma non si tratta “solo” di un abito su misura che potrebbe realizzare un sarto. “Quello è sicuramente un vestito tagliato bene che aderisce perfettamente al corpo rispettandone le misure e proporzioni, ma probabilmente sarà privo di design, elemento invece che non manca in un abito unIKa”, rimarcano Isa e Klara.
Immagina, puoi! Come funziona
A questo punto sono nel vivo della conversazione, quasi mi sento in atelier. Curiosa di vedere qualche abito realizzato dal team e capire come hanno effettivamente tradotto lo stile della sposa nel suo outfit bianco. “C’è un primo incontro conoscitivo in cui si propongono dei moodboard di ispirazioni che offrono suggestioni di trame, tessuti, motivi, dettagli. Nel secondo incontro si iniziano a selezionare i primi dettagli ad esempio la tipologia di scollo o la lunghezza dell’abito. In questa fase disegniamo tre figurini per iniziare a visualizzare l’abito che sarà. Nella terza fase ci si concentra sulla realizzazione della tela di prova. È solo in questo momento che la sposa può decidere se andare avanti con il confezionamento dell’abito, oppure no. La scelta resta a lei”.
“Voglio essere una sposa sportiva”
Ci soffermiamo su un abito e chiedo della sua storia. La cliente aveva detto di voler essere una “sposa elegante, sexy e sportiva“. Quando Isa e Klara pronunciano l’aggettivo “sportiva” nella mia mente quasi si verifica un cortocircuito. Tra tutti gli aggettivi “sportiva” mi sembra essere lontano davvero anni luce dall’abito bianco. E invece… mi mostrano le immagini ed il concetto è tradotto alla perfezione.
Un abito modulare, un vestito lungo per la cerimonia ma che le permetta di camminare con agilità. La sposa voleva godersi la giornata ed arrivare a fine serata con le sue sneakers che sarebbero calzate a pennello sotto la tutina bianca. Già, perché la gonna lunga è rimovibile, e allora il gioco è fatto e la sposa è accontentata. Elegante di giorno, sportiva di sera e con un abito di certo riutilizzabile. Giudicate voi dalle foto, personalmente l’ho trovato geniale!
Grazie ad Isa e Klara che hanno voluto raccontarci il loro progetto e un ringraziamento speciale va a Chiara Ferone, sorella di Isabella, che attualmente cura la comunicazione di unIKa, senza la quale questo articolo non avrebbe visto la luce.
Per scoprire il progetto unIKa Sposa visitate il loro sito web.
Cosa aspettate? Seguite subito su Instagram oppure scrivete una mail a: unikasposa@gmail.com
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