È un venerdì pomeriggio ed io sono in ritardo, come (quasi) sempre. Di corsa. Direzione Mademoiselle Vintage Shop, zona Pigneto a Roma. Arrivata, tentenno sull’uscio, il workshop è già in corso. Mentre ipotizzo qualche tattica che mi permetta di materializzarmi per magia all’interno del negozio, mi si avvicina una signora con il suo piccolo cane. Mi fa domande sul tipo di evento, spiego brevemente e rispondendomi “molto interessante”, entra anche lei in negozio. Altro che mimetizzarsi, penso.
Mademoiselle Vintage Shop – Oltre lo shopping c’è di più
Nello shop di Chiara Petruccioli, appassionata di vintage e delle sue storie, si può fare molto di più che “semplici” acquisti. Si può, ad esempio, partecipare ad un workshop sulla Body Positivity. Cos’è? La capacità di star bene con se stessi, con consapevole accettazione dei propri limiti e punti di forza.
Mettetevi comode, ora vi spiego tutto.
Il progetto si chiama “Le Signorine Mademoiselle”, e consiste in una serie di workshop sui temi di consapevolezza, autostima e sessualità femminili che si tengono presso Mademoiselle Vintage Shop.
Body Positivity – Il workshop
Silvia Cirillo ha 28 anni ed è una psicologa. Con molta naturalezza ci parla di lei, mettendosi in mezzo a noi, mentre indica le slide e cattura la nostra attenzione. Sedute sul tappeto del negozio o sugli sgabelli abbiamo gli occhi fissi sulla proiezione. Di cosa parliamo? Di noi e del rapporto con il nostro corpo, sospese come siamo in un’altalena di accettazione-negazione-
L’esercizio è abbastanza semplice. Silvia ci offre un quaderno su cui poter scrivere rispondendo alle sue domande, aiutandoci in pratica a mettere a fuoco ciò che va e ciò che non va, nella nostra mente prima di tutto.
“Empowerment”, una parola che ci piace tanto
Durante il workshop le partecipanti sono attente e concentrate. Ognuno sa che può farsi avanti e commentare, dire la sua, aprirsi. Eppure non si è costretti a farlo, come quando si iniziano quegli odiosi “giri di presentazione” che vi fanno sentire subito al centro della piazza pubblica e dunque passibili di giudizio.
Ognuno si porta a casa un piccolo pezzo, qualche frase, qualcosa su cui riflettere. Per esempio sull’ascoltarsi di più, sul gratificarsi quando è possibile, nel tentativo di non essere troppo drastiche e giudicanti con se stesse. Sforzarsi di sentirsi libere e forti. Una parola chiave aleggia nella mia mente: empowerment. Bellissima. Dall’inglese “mettere le persone nelle condizioni di”, sentirsi in grado di affrontare una situazione, letteralmente “conferire potere” ma non come un’investitura, ma qualcosa di più profondo che nasca da dentro con gli “strumenti” giusti. Gli “strumenti” di nuovo, li abbiamo appena citati.
Progetto riuscito
Il quadernino resta ad ogni partecipante, a casa avremo la possibilità di ricordare quel momento anche solo guardando la copertina. 7 sono le “golden rules” che Silvia Cirillo ha elencato. Quella che ho deciso di portare con me è: PRENDITI CURA DI TE. Usciamo “sollevate” come se avessimo fatto una sessione di gruppo dallo psicologo e ci sentiamo parte di una “community”. Questo si traduce nei minuti preziosi che dedichiamo a brevi conversazioni all’uscita, non abbiamo davvero voglia di andar via. Anche il racconto sui social si fa fitto. Le Signorine Mademoiselle hanno account instagram curatissimi e impregnati di storytelling, le immagini e le foto sono accattivanti. Merito di tutto il team e della social media manager la fotografa e videomaker Maria Elena Cirillo (@la_fotografa_indie). Sì, Silvia e Maria Elena sono sorelle, un affare di famiglia.
“Abbiamo registrato il sold out per tutti i nostri appuntamenti” mi raccontano Chiara, Silvia e Maria Elena, “e ci hanno intervistate anche a Radio Sapienza”. Basta guardare i commenti ai post sui social per capire che hanno concepito un progetto assolutamente vincente e condiviso.
Mi chiedo: le donne hanno bisogno di incoraggiamento?
Avvio una rapida carrellata nella mia mente, volta a trovare alcuni pezzi del puzzle della Body Positivity tratti da mie esperienze o letture. In questo momento storico la Body Positivity è molto diffusa e popolare.
Mi viene subito in mente Marie Claire che ha da poco chiuso il progetto #MCBodytelling in collaborazione con alcune Scuole Universitarie italiane. Scrive Marie Claire: “BODYTELLING È UN APPELLO diretto alla Generazione Z e ai suoi rappresentanti (i nati a cavallo del millennio) che nel prossimo futuro saranno professionisti della comunicazione e creativi, che oggi studiano nelle Scuole Universitarie eccellenti d’Italia.
A loro chiediamo di immaginare, documentare, ritrarre o scrivere storie sul corpo della donna. Il nome del progetto deriva dalla parola storytelling, l’arte di raccontare storie, e crediamo che la sua forza sia dare voce ai ragazzi, al loro talento e visione attraverso gli strumenti narrativi della loro formazione.
L’obiettivo è capire in che modo si pensa oggi al corpo della donna e come lo si mette in scena”. Questo è un tema che appartiene al dna di Marie Claire da sempre.
Un altro pezzo del puzzle. Qualche tempo fa sono stata al primo “Sal8” del salone eco-femminista “Riccio Capriccio” di Roma in zona san Giovanni. Il tema centrale dell’incontro è l’autostima. Un gruppetto di donne si sono raccolte tra flaconi di shampoo, stampe vintage e poltrone accoglienti per ascoltare varie storie di accettazione e rinascita, con grande leggerezza e ironia, ma mai superficialità. Raramente ho riso così tanto.
Ogni volta che esco da incontri di questo tipo mi fermo a pensare: “ma davvero nel 2019 le donne hanno ancora bisogno di “strumenti” di incoraggiamento collettivo? Di radunate in cui “ri-trovarsi” insieme e sentirsi più forti, e meno sole? L’emancipazione, l’indipendenza, l’autonomia e tutti i super poteri di cui le donne di oggi sembrano essere dotate dove sono finiti?
Non lo so, a mio avviso è difficile delineare tendenze nette, non sono mai per un approccio per questo tipo. Sono però assolutamente a favore di progetti trasversali (non vi ricorda il sottotitolo di Instant Mood, uno sguardo trasversale sulla moda?) che partono da altro, che sia un parrucchiere o un negozio vintage, e “comunicano” o si fanno portavoci di messaggi, pensieri, idee e strumenti. Il nuovo ouftit vintage o la messa in piega sono solo un pretesto. Pensateci la prossima volta che vi guardate allo specchio in una boutique o che scegliete il colore dei capelli in un coiffeur!
Volete provare un workshop delle “Signorine Mademoiselle”? Seguitele, dal 6 ottobre annunceranno le nuove date.
Volete passare a trovare Chiara nel suo shop? Ecco l’indirizzo:
Mademoiselle Vintage Shop
Via Alberto da Giussano 62e
Zona Pigneto – Roma