Ho proprio voglia di raccontarvi di un progetto di moda etico e della sua protagonista, Valeria Kone. Seguitemi!
Chi è Valeria, l’artefice di MODO Tessitura e Sartoria
C’è il sole quando incontro Valeria, un sole che impone la sua presenza con raggi pieni che ti investono. La scenografia è la Città dell’Altra Economia a Roma, Villaggio Globale nello specifico, con il gasometro che si erge alle nostre spalle, mentre ci accomodiamo su un terrazzo ed iniziamo a chiacchierare di lei. Prima di tutto esordisco: “Valeria, raccontami di te”. Lei quasi sorvola sul suo background di studi in Francia, per aprirsi diffusamente quando inizia a parlarmi del suo progetto: MODO Tessitura e Sartoria, una collezione con filati e tessuti artigianali, che sostiene il progetto “Koori. Scuola di tessitura e tintura tradizionale del cotone” in Mali.
Restituiamo il cotone al Mali
La passione di Valeria per l’Africa ha radici antiche. Numerosi viaggi in Mali la portano a scoprire di più sulla coltivazione e produzione del cotone, sulla tessitura artigianale, sulla tintura naturale, sui disegni tradizionali delle stoffe. Dal filo al tessuto la strada è lunga. Il Mali nel 2018 è stato il primo produttore di cotone dell’Africa, ma appena il 2% del raccolto è stato lavorato localmente, tutto il resto è stato esportato. Sul mercato però il cotone vale solo 0,30€ al kilo circa. Dunque quella che potenzialmente è una ricchezza interna, a causa di una politica dello stato che detiene il monopolio dell’ “oro bianco” svalutandolo, prende altre strade giungendo nell’Occidente dove si adegua alle politiche di commercializzazione globalizzate. I tessitori e i tintori abbandonano il loro lavoro, mentre i coltivatori sono demotivati.
“Proviamo a restituire il cotone al Mali” mi dice Valeria.
Parla a bassa voce, ma il suo tono è stabile e deciso.”Koori è una scuola di tessitura e di tintura tradizionale del cotone, un progetto di ricerca e di salvaguardia della cultura legata alla lavorazione del cotone in Mali, che ha l’intento ambizioso di dar vita a una cooperativa locale di coltivatori di cotone, di tessitori e tintori di stoffe“.
Valeria mi parla dei coltivatori di cotone della comunità in cui ha creato la scuola, dei tessitori e delle tintrici locali che, ormai già da 4 anni, avevano lasciato la loro attività, mentre ora l’hanno ripresa e la stanno trasmettendo a dei giovani allievi. La immagino andare in giro tra le piantagioni con la macchina fotografica e il registratore, da questo suo profondo lavoro di ricerca nasce la volontà di creare qualcosa di concreto e tangibile.
MODO – Tessitura e Sartoria
Nel 2018 a Roma nasce MODO – Tessitura e Sartoria, un laboratorio artigianale che utilizza stoffe della tradizione africana – principalmente tessuti a mano, 100% naturali, ma anche “wax” di alta qualità prodotti in Africa – e veste modelli occidentali. MODO interpreta lo spirito del continente nero ma con un design contemporaneo. Tutti i capi sono personalizzabili sulla figura di chi poi li indosserà. Questo avviene grazie al recupero del rapporto con la figura del sarto. Conosciamo Khass, che ha lavorato come sarto in Senegal ed è poi venuto a studiare sartoria in Italia. A suon di rapidi colpi di spilli Khass adegua il modello sulle clienti presenti nell’atelier di Lungotevere Testaccio 1. E così la sartoria diventa pratica quotidiana. Quando l’abito si fa su misura il vestito calza le proprie forme, le proprie imperfezioni in maniera così adeguata tanto da non farle più percepire tali, come se fossero nate per farsi trovare lì, da sempre.
Ditelo con un tessuto
I tessuti, quanta storia hanno da raccontare! Sono come una tela su cui imprimere storie di vita. Ignoravo per esempio che le decorazioni del tessuto tradizionale del Mali, il “bogolan”, con cui Valeria crea delle borse, avessero dei significati ancestrali, come per esempio quello di “protezione”, quasi fosse un’armatura da indossare nella vita quotidiana. Valeria mi spiega come anche le stampe tradizionali del wax abbiano tutte dei significati, e come la scelta del tessuto sia dunque legata all’ “uso” che si vuol fare di un vestito.
In attesa del 13 aprile…
“Sono in un momento di pausa, perché più tardi mi cimento con la pittura…”
mi dice Valeria ad un certo punto. Non capisco, mi spiega meglio. Sta ultimando i lavori di quello che sarà il suo prossimo obiettivo. Cosa succede il 13 aprile? Insieme a una designer francese, Sandrine Helin Flament, Valeria sta allestendo a Villaggio Globale un laboratorio artigianale in cui si terranno dei corsi di apprendistato di sartoria e di pelletteria per migranti e inoccupati italiani. Il laboratorio si chiama “Coloriages” e sarà un’opportunità per italiani e stranieri di lavorare insieme, recuperando maestranze artigianali locali. Sarti e pellettieri italiani, insieme a Khass, trasmetteranno le loro competenze a tutti coloro che vorranno avvicinarsi al mondo dell’artigianato.
“Nei paesi di provenienza della maggior parte dei migranti – mi spiega Valeria – la cultura artigianale è ancora viva e ricchissima, in Africa per esempio è molto più comune farsi fare un vestito su misura che comprarlo in un negozio, quindi tra i migranti ci sono dei sarti straordinari, che qui da noi però finiscono regolarmente col fare lavori dequalificati. In Italia invece l’artigianato sartoriale è in crisi, sempre meno giovani intraprendono questa strada. Coloriages cerca di colmare il gap esistente tra le vecchie e le nuove generazioni di artigiani”. Il laboratorio sarà finanziato da una collezione che Valeria sta disegnando con Sandrine…ma non mi vuole dire di più per il momento, mi invita direttamente al pranzo di inaugurazione dello spazio il 13 aprile.
Scendiamo al piano di sotto e mi mostra il cantiere,
Villaggio Globale ha intrapreso un processo di trasformazione e ha aperto le sue porte ad artisti e artigiani. Coloriages si trova accanto a un laboratorio di gioielli, una falegnameria, un corniciaio, un atelier di scultura, un laboratorio fotografico…”
Capisco subito che sarà bellissimo ritornare quando il laboratorio sarà in fervida attività per venire a trovare i protagonisti di una nuova operosità. Comincio ad immaginare le voci e gli accenti diversi, le risate di chi lavora insieme, e la tensione di chi è in ritardo nella consegna di un lavoro. Questo è solo l’inizio.
Tutti invitati il 13 aprile.
MODO – Sartoria e Tessitura
Lungotevere Testaccio, 1
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