La Rivoluzione Mary Quant in mostra al V&A Museum di Londra. Ecco cosa ci resta del suo stile!
Camminando per le vie di Knighstbridge illuminate a festa, ignorando le sirene extralusso delle vetrine di Harrods, ci si imbatte in quello che a prima vista può sembrare il museo più austero dell’Europa occidentale: il Victoria and Albert Museum. Chi lo direbbe che un edificio così imponente e classico da risultare anche un po’ cupo, custodisca una collezione sterminata di oggetti legati alla creatività umana? Architettura, arte, design, fotografia, ceramica, gioielleria, arredamento, oltre ovviamente al tessile e alla moda, sono qui celebrati in tutta la loro portata innovativa e raccontano oltre 5.000 anni di produzione manifatturiera.
La Rivoluzione Mary Quant ha il suo posto proprio qui.
Almeno una visita è praticamente obbligatoria, soprattutto in occasione delle esposizioni temporanee dedicate ai grandi nomi della moda. Come quella dedicata a Mary Quant, protagonista indiscussa della swinging London degli anni ’60 e ‘70, le cui creazioni saranno esposte fino al 16 febbraio 2020.
“La moda, così come la conoscevamo, è morta…”
Non è esagerato definire Mary Quant una rivoluzionaria: i suoi abiti e, più in generale, la sua visione della moda e del ruolo della donna, ha segnato un’epoca e influenzato quelle successive. Gli abiti esposti mostrano chiaramente un percorso stilistico che, passo dopo passo, ha liberato la figura femminile da vecchi schemi, imposizioni e stereotipi, permettendole finalmente di esprimere sé stessa.
Non solo. Il successo della moda di Mary Quant è diventata subito trasversale, unendo le classi sociali nell’amore per questo stile così fresco e nuovo, abbattendo le barriere tra le signore borghesi che acquistavano nelle boutique e le ragazze dei mercatini di Carnaby Street. Con lei, la moda è diventata divertente, dinamica, democratica.
“..le persone ora indossano esattamente ciò che sentono di voler indossare”
La Rivoluzione Mary Quant non tocca solo l’abbigliamento. Infatti passeggiando per le sale si ha l’impressione di tornare a quegli anni, quando Londra era la capitale della musica e della moda. Era IL posto, dove tutto succedeva o poteva succedere, in una magica combinazione di tradizione e slancio verso il futuro. Anche gli abiti di Mary raccontano questa doppia anima tipicamente inglese: eccentrici ma anche facili da indossare, street style ma con taglio sartoriale, lana jersey ma anche plastica PVC. Il risultato è uno stile unico, inconfondibile, che trasforma gli impermeabili in capi di tendenza, mixa gli abiti femminili con dettagli maschili, accorcia i capelli e addirittura le gonne! Insieme alla modella Twiggy, Mary diventa icona vivente, incarnazione del suo stile, con il taglio a caschetto, i collant coloratissimi e i vestiti sopra al ginocchio. Stavolta possiamo dirlo senza ironia: è avanguardia pura.
“Una donna alla moda indossa gli abiti, non sono gli abiti ad indossare lei”
Il successo commerciale del Quant-style negli anni ’70 è enorme. Arriva anche negli Stati Uniti e contribuisce in modo importante alla nuova idea di donna che le lotte femministe portano nelle piazze. Donne libere di esprimersi, libere di muoversi, libere di scegliere al di fuori delle convenzioni sociali. Mary abolisce corsetti e costrizioni introducendo la biancheria in lycra. Mary crea e vende – anche nei grandi magazzini, a portata di tutti – infinite varianti di calze, scarpe, make up, accessori; tutti elementi tra i quali le donne possono scegliere quelli che meglio corrispondono all’espressione della propria personalità. Scegli chi vuoi essere e fallo vedere al mondo, dice Mary, io ti do tutti gli strumenti per poterlo fare.
Consiglio a chiunque si trovi a Londra di fare un salto alla mostra. Una volta usciti dal museo, il cielo vi sembrerà meno grigio, l’aria meno fredda e vi verrà voglia di tornare a casa, per frugare tra le vecchie cose della mamma. Hai visto mai che non salti fuori qualche pezzo seventy o addirittura un Quant originale?
V&A Museum
Cromwell Road, London, SW7 2RL
Clicca qui per tutte le info sulla mostra dedicata a Mary Quant
Fino al 16 febbraio 2020
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