Halloween si avvicina e lo vogliamo festeggiare immergendoci nell’atmosfera fashion horror di un video che ha fatto la storia della musica pop: Thriller di Michael Jackson.
Si narra che un giorno il giovane Michael Jackson svegliò il regista John Landis con una telefonata nel cuore della notte, per proporgli di lavorare a un video musicale in cui potesse trasformarsi in un mostro; proprio come nel film diretto dal regista Un lupo mannaro americano a Londra.
Un vanity video
Michael Jackson era stato ispirato dal film di John Landis, ma non era un amante del genere horror. Durante la lavorazione dello script il cantante si era spaventato per le figure mostruose che gli venivano mostrate per creare il suo personaggio.
Ricorda John Landis: “Ero fermamente convinto che in qualunque cosa si sarebbe trasformato Michael, non poteva essere troppo odioso o poco attraente. Spaventoso – sì; raccapricciante – sì; ma NON brutto”.
Per questo motivo il regista decise di ispirarsi a un’ambientazione anni ‘50 e allo stile college del film I Was a Teenage Werewolf. Al centro della trama, il tema dell’adolescenza e della sua trasformazione incontrollabile, attraverso la metamorfosi del cantante nella selvaggia creatura di licantropo e poi di mostruoso zombie.
Un’opera d’arte per il re del pop
Thriller era destinato a rivoluzionare il linguaggio dei video musicali. Per la prima volta un videoclip aveva la durata di un cortometraggio (quasi 14 minuti), con coreografie, effetti speciali, e una narrazione che lo rendeva totalmente diverso dagli altri. Gli effetti speciali e il make up vennero affidati dal regista al premio Oscar Rick Baker, mentre le coreografie a Michael Peters, che aveva già collaborato con Michael Jackson nel precedente video Beat it. Fu proprio Michael Jackson a voler includere nello script le creature degli zombies, di cui resta una indimenticabile coreografia di danza.
Infine un cameo di eccezione: l’attore Vincent Price, una leggenda del cinema horror, che ascoltiamo in voice over nel “Thriller Rap”, con la sua voce aristocratica e terrificante.
Un capo cult: la giacca di pelle rossa
Il disegno dei costumi venne assegnato alla moglie del regista, Deborah Nadoolman Landis. Costume designer dei film Indiana Jones, Blues Brothers (solo per citarne alcuni) la Nadoolman descrive la creazione della giacca attraverso un processo di “Reductive Design”. L’eliminazione degli altri colori a favore del magnetismo del rosso, fu una scelta motivata dal desiderio di concentrare in quel colore lo spirito e l’atmosfera del video.
La V grafica disegnata sulla parte frontale voleva dare rilevanza alla silhouette del cantante, quasi a mascherare l’esile figura di Michael jackson, creando maggiore tensione nei suoi passi di danza. Un tocco made in italy: la lavorazione della pelle della giacca venne commissionata al polo conciario di Solofra in Campania.
Il famoso “chiodo rosso”, oggetto del desiderio di tanti teenager degli anni ottanta, è stato venduto all’asta per 1,8 milioni di dollari nel 2011, ed oggi è possibile ammirarlo al Grammy Museum di Los Angeles.
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